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Telecamere Videosorveglianza Bullet

Nel mondo delle telecamere per la videosorveglianza, la tipologia denominata Bullet (in inglese pallottola o proiettile) è molto diffusa. La denominazione Bullet si attribuisce per la forma del dispositivo: si presenta infatti come un cilindro dalla conformazione allungata, al cui interno sono posizionati tutti gli elementi che compongono la stessa telecamera.

L’obiettivo di questa telecamera deve essere puntato verso area da videosorvegliare; può avere lo zoom regolabile anche a distanza per poter circoscrivere il campo di ripresa. Le immagini catturate dall’obiettivo vengono focalizzate all’interno di un dispositivo elettronico che permette di trasformare i segnali luminosi in elettrici. Questi dispositivi hanno inoltre una apertura che espone il silicio di cui sono composti alla luce, e possono essere di tipo CCD (Charge Coupled Device) oppure di tipo CMOS (Complementary Metal Oxide Semiconductor).

Abbiamo quindi una parte circuitale che elabora il segnale elettrico per poi codificarlo nel formato digitale o analogico, in base alla tipologia di uscita di cui è provvista la telecamera. Per quanto riguarda il primo caso, generalmente si disporrà di un cavo coassiale, nel secondo caso (telecamera IP) si avrà una presa detta LAN, attraverso la quale connettere il cavo Ethernet. Nella maggior parte delle circostanze è necessaria la connessione ad un alimentatore a 12 V connesso alla rete luce: in questo caso, però, a causa della limitata potenza elettrica necessaria per gestire le telecamere Bullet, alcune telecamera IP si possono alimentare direttamente dal cavo LAN. Parliamo della tecnica chiamata POE, grazie alla quale l’alimentazione del dispositivo connesso in rete si realizza attraverso la connessione Ethernet.

Nella circostanza in cui la telecamera Bullet debba effettuare le riprese in situazioni in cui la visibilità scarseggia, è importante optare per modelli idonei alle riprese in notturna. All’interno di queste telecamere, sono presenti intorno all’obiettivo una serie di LED ad infrarossi: nel momento in cui l’illuminazione diminuisce al di sotto del livello prefissato, si accendono in maniera automatica, illuminando l’area da riprendere con una luce non visibile dall’occhio umano. Questo tipo di luce viene captata dalla telecamera quando viene disabilitato il filtro che, durante le riprese nelle ore diurne, impedisce ai raggi infrarossi di essere avvertiti (parliamo delle telecamere Bullet chiamate True Night & Day).

Le telecamere Bullet possono essere utilizzate sia in ambiente interno che esterno. Nel secondo caso vengono inserite all’interno di un involucro resistente agli agenti atmosferici (pioggia, nebbia, neve, forte vento, caldo afoso e così via). L’indice IP (diverso dall’omonimo IP riguardante le telecamere digitali – Internet Protocol) può variate da IP00 (che indica una scarsa resistenza) a IP68. I due dati si riferiscono al grado di protezione nei confronti dei corpuscoli solidi (in questo contesto 6), mentre il secondo si riferisce al livello di resistenza nei confronti degli elementi liquidi (in questo caso 8).

Per quanto concerne le caratteristiche tecniche nell’ambito di ripresa (risoluzione, sensibilità, zoom e così via) in commercio si possono trovare telecamere Bullet equiparabili alle Dome; inoltre, il vetro oscurato che generalmente include le Dome, nelle Bullet non è presente, pertanto è possibile guadagnare in termini di luminosità. Le Bullet, rispetto ad altre telecamere come le PTZ, le Dome o le Speed Dome, risultano più economiche ma al contempo non assicurano la possibilità di essere puntate su qualunque area raggiungibile dall’obiettivo attraverso il comando a distanza come accade nelle PZT o nelle Dome. Se questo aspetto non rappresenta una problematica, le Bullet vengono maggiormente favorite dagli utenti in quanto più semplici da installare, da configurare e da gestire nel tempo.

Telecamere per riprese in notturna: cosa sapere

Le telecamere per i sistemi di videosorveglianza, da qualche anno a questa parte, vengono spesso utilizzate non solo in ambienti di tipo professionale ma anche per proteggere case, ville, attività commerciali, uffici, negozi, garage, capannoni e così via. Grazie al crescente sviluppo tecnologico del settore degli impianti per la sicurezza, la videosorveglianza risulta sempre più funzionale ed efficacie anche in situazioni in cui la luce scarseggia o è addirittura completamente assente, ossia in notturna; ovviamente le riprese notturne necessitano di telecamere specifiche. Vediamo insieme perché:

La luce in quanto tale è lo spettro magnetico visibile dall’occhio umano compreso tra i 400 e i 700 nanometri di lunghezza d’onda, mentre tra i 750 nm e i 1.000 nm è compresa la gamma infrarossa: quest’ultima non è visibile dall’occhio dell’uomo, mentre può essere captata dai dispositivi di ripresa delle telecamere CCD e CMOS, i quali convertono le rifrazioni dei raggi ultravioletti in segnali elettrici per poi trasformarli in immagini sullo schermo visibili nella versione in bianco e nero o in quella verde e nero.

Quasi sempre, però, quando si acquista un sistema per la videosorveglianza non si richiede solamente la visione in notturna ma anche quella diurna. Sebbene la sensibilità all’infrarosso (superiore nei sensori CCD) potrebbe provocare ad una aberrazione cromatica durante le riprese in condizioni di luce ottimale, risulta preferibile prendere in considerazione le telecamere “Nighy & Day”, in cui i sensori sono capaci di misurare il grado di luminosità visibile dell’area da videosorvegliare: se la luce risulta superiore ai livelli di soglia, i LED all’infrarosso restano spenti. In tal caso, per scongiurare aberrazioni cromatiche della visione a colori, è prevista l’attivazione automatica di uno specifico filtro che rimuove le componenti infrarosse dell’immagine. Se al contrario il grado di illuminazione è inferiore ai livelli di soglia, i LED restano accesi mentre il filtro per i raggi infrarossi viene eliminato. Grazie a questo procedimento, le immagini dell’area ripresa in notturna (a due colori) risulteranno utili e soprattutto chiare.

La quantità di Led presenti all’interno della telecamera, solitamente posizionati intorno all’obiettivo e puntati in direzione dell’area da riprendere, determina la massima distanza dalla quale la telecamera è capace di riprendere in notturna. Possiamo dire che per ogni LED, la distanza utile aumenti di 70 centimetri circa; le varie tipologie di telecamere notturne possono avere dai 12 Led fino ad un massimo di 120 LED.

Per quanto riguarda le differenze tra le varie telecamera per riprese notturne presenti in commercio, si possono trovare svariate tipologie che differiscono per funzioni e naturalmente per costi: le fisse Bullet (utilizzabili sia per la videosorveglianza interna che per quella esterna), le PTZ (regolabili facilmente da remoto), le Dome (permettono una vista a 360 gradi) e le Speed Dome (capaci di avere una rotazione di 360 gradi in pochissimi secondi).

Esiste infine il cosiddetto AGC (Controllo Automatico di Guadagno), ossia un particolare sistema elettronico capace di adeguare in maniera del tutto automatica la sensibilità al grado di illuminazione: si tratta di un circuito che livella l’energia di un segnale trasmesso in ricezione, così da evitare sgraditi fenomeni di distorsione.

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