il blog dedicato ai sistemi di videosorveglianza e antifurto

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videosorveglianza luoghi di lavoro

La videosorveglianza nei luoghi di lavoro è una questione abbastanza scottante, in quanto tocca diverse problematiche. Da un lato il proprietario o l’amministratore di un’azienda possono avere la legittima preoccupazione che il materiale conservato all’interno di uffici e ambiti lavorativi possa essere rubato o manomesso. Dall’altro lato c’è però la legislazione italiana, che vieta la possibilità di videosorvegliare i propri dipendente durante lo svolgimento delle loro mansioni quotidiane. C’è però da tenere presente che, previa autorizzazione, un’azienda può posizionare un impianto di videosorveglianza sul luoghi di lavoro, a patto di avvisare tutti i dipendenti, ed eventuali visitatori o clienti, e di non conservare il materiale audiovisivo per periodi superiori alle 48 ore.
L’impianto dovrà poi essere predisposto in modo particolare, con le telecamere e i sensori posti in luoghi a rischio, ad esempio nei pressi di un magazzino con materiale altamente pericoloso o molto costoso.
La predisposizione di un impianto di sorveglianza è oggi facilitata dalla presenza in commercio di interi impianti in kit, perfetti per essere installati in autonomia, senza la necessità dell’intervento di un professionista. Del resto telecamere e sensori di ultima generazione sono del tutto wireless, ossia senza cavi. Questo permette di evitare di doverli connettere alla rete elettrica aziendale. Il funzionamento è garantito dalla presenza di batterie a lunga durata, che andranno poi regolarmente verificate e sostituite.
Il cuore dell’impianto di videosorveglianza sui luoghi di lavoro è la centralina di allarme, che è in genere di dimensioni minime, in modo da poterla celare in luoghi non accessibili dell’azienda, come ad esempio dietro uno schedario. Anche le nuove centraline possono essere alimentate a batterie, anche se è comunque opportuno collegarle alla rete elettrica aziendale, per evitare che il loro funzionamento si fermi nei momenti di maggiore necessità, ad esempio durante la notte o nel fine settimana.
La centralina è munita anche di scheda SIM per poter accedere alla rete telefonica: in caso di intrusione effettua delle chiamate verso numeri preimpostati, inviando un messaggio precedentemente registrato.
Le telecamere devono essere posizionate nelle zone a rischio dell’azienda, ad esempio dove si trovano i macchinari più costosi. Non devono necessariamente essere connesse alla rete o alla centralina, perché il tutto avviene senza cavo. Sono disponibili in commercio anche telecamere particolarmente evolute, che inviano le immagini catturate direttamente tramite la rete internet, permettendone così la visione anche da remoto. Esistono telecamere munite di sensori in grado di rilevare la presenza di personale non autorizzato in aree protette, che attivano l’alalrme non appena qualcuno entra nel loro campo visivo.

Telecamere senza fili

Buongiorno ragazzi, prima di fare cavolate, abbiamo deciso di chiedere informazioni a chi come voi si occupa di sicurezza per mestiere.

Veniamo subito al nocciolo del problema, io e Sara siamo da poco sposati e, uno dei nostri desideri più grandi sarebbe quello di rilevare uno stabilimento balneare nel quale investire tutti i nostri risparmi per destinarlo a nostra attività principale.

Lo stabilimento che abbiamo in mente comprende anche un bellissimo ristorantino proprio sulla sipaggia con una bellissima veranda coperta, un bar medio grande ed una pista da ballo.

Infine, esistono anche una ventina di cabine per i turisti ed un piccolo parco giochi per bambini sulla sabbia.

Ora, considerato l’investimento che, come capirete, sarà rilevante, vorremmo dotarlo di un buon impianto dotato di telecamere senza fili con la duplice funzione di preallarme e videosorveglianza, potrebbe essere abbastanza secondo voi?

I dati della registrazione dati video dove vanno a finire? Possono sottrarli in caso di effrazione?

Grazie

 

Cavoli! Il sogno della mia vita lo state realizzando voi.

Ci ho provato da sempre, senza mai riuscirci……vi invidio ragazzi ma sono felice per voi.

Da dove iniziamo? Il campo d’azione è davvero vasto e complesso. Se volete sapere se ricorre nel vostro caso la necessità di un buon impianto di telecamere senza fili, la risposta non può essere che positiva, per quanto integrata da alcune doverose precisazioni sulle necessità di inglobare questi presidi in un più ampio progetto di sicurezza dedicato allo scopo.

Come evidente, difatti, l’obiettivo cui destinare l’azione di protezione ha caratteristiche davvero complesse ed è proprio per questo motivo che dovremmo prevedere un impianto di allarme completo, nel cui ambito, con funzioni di preallarme e videoregistrazione dati, dovremmo integrare ottime telecamere senza fili magari del tipo BATCAM per intenderci così da ottenere un’ottima funzione di registrazione dati senza necessità alcuna connessa al passaggio di cavi di alimentazione o trasmissione dati.

Mandateci una planimetria dettagliata e cercheremo di aiutarvi al meglio……come sempre.

 

NVR per videosorveglianza come Creare un sistema in Pochi Passi

nvr-videosorveglianzaIl mondo della videosorveglianza si è evoluto e da quando abbiamo la possibilità di controllare da remoto, via Internet, o abbiamo l’esigenza di registrare i video ripresi dalle nostre telecamere Ip i Nas (Network Attached Storage) si sono rapidamente trasformati in dispositivi ideali per l’archiviazione. I tradizionali Dvr (Digital Video Recorder) dei vecchi sistemi sono così diventati Nvr (Network Video Recorder), ovvero registratori che comunicano con le videocamere e i centri di controllo attraverso la struttura Ip.

Il vantaggio per chi vuole installare un sistema di videosorveglianza per piccole e medie imprese, pensiamo a dei magazzini o capannoni, oppure ad una serie di uffici, è che spesso un Nas è necessario per altre esigenze, e in questo modo si può potenziare il sistema di sorveglianza senza dover gestire un secondo dispositivo.

La giapponese Buffalo, storica produttrice di Nas, si è gettata nel settore della videosorveglianza grazie alla collaborazione stretta con la svedese Axis Communications, una delle marche di riferimento per la sorveglianza su reti Ip.

Il buffalo terastation 5200 nvr – dvr stand-alone è un vero e proprio Nas che però supporta la soluzione Axis Camera Companion, una piattaforma ottimizzata per la gestione semplice di un sistema di videosorveglianza composto da un massimo di 16 canali video. Grazie ad Axis Camera Companion, l’amministratore di rete può installare in pochi minuti un sistema di videosorveglianza senza l’uso di qualsiasi PC o computer, nel quale il Nas si occupa di registrare i flussi video provenienti da tutti i punti video.

Il Sistema di Buffalo è compatibile con molte telecamere, tra cui quelle di Axis e l’installazione-configurazione risulta essere piuttosto semplice:  installando il software per videosorveglianza Axis Camera Companion su personal computer (sono supportate le maggiori versioni di Windows ma anche il controllo successivo con dispositivi Android e Apple Ios), si può iniziare a creare un nuovo Luogo di sorveglianza indicando un nome di riferimento e una password.

Ora il software analizza la rete alla ricerca di videocamere Axis compatibili e dopo aver terminato la scansione chiede all’utente quali terminali voglia aggiungere al sito appena creato.
Il passaggio successivo identifica in rete i dispositivi di registrazione compatibili tra cui, appunto, il TS5200-DS.
La configurazione del Nas richiede semplicemente l’immissione della password di amministrazione e la definizione del volume su disco che si vuole utilizzare per immagazzinare le registrazioni video.

A questo punto il sistema è pronto e totalmente autonomo. Il computer è necessario solo per la visione delle
immagini in tempo reale, che peraltro può essere effettuata anche tramite opportune app per dispositivi mobili Android e iOS proposte dalla stessa Axis. È possibile modificare anche in seguito il comportamento delle videocamere:

in particolare si può optare per una registrazione continua oppure solo in caso di rilevamento dei movimenti da parte delle varie telecamere (ci vogliono sensori di rilevamento). Le due opzioni possono essere attivate in contemporanea, eventualmente impostando diversi livelli di compressione e codifica delle immagini per ottimizzare lo spazio a disposizione su disco.

La TS5200DS può svolgere egregiamente le funzioni tradizionali di un Nas. L’hardware di base è costituito da un processore Intel Atom D2550 che ha una frequenza di 1,86 GHz, 2 GB di Ram e doppio controller Sata II con supporto alle architetture Raid 0, 1 e Jbod. Le interfacce di comunicazione includono due porte Gigabit Ethernet per le connessioni di rete e quattro interfacce seriali Usb (due di seconda e due di terza generazione).

Come di consueto per Buffalo, la TeraStation è fornita con due dischi preinstallati. Le configurazioni possibili sono a 2, 4 o 8 terabyte (da considerare dimezzati in caso di architettura Raid 1, quella che comunque ci sentiamo di consigliare). Lo spazio di storage è condivisibile su reti eterogenee grazie al supporto per i protocolli Cifs/Smb, Afp e Nfs con possibilità di definire utenti e gruppi di lavoro. I server Ftp(s) e Http(s) integrati consentono inoltre accesso ai dati e gestione del Nas anche da postazioni remote.

Altri server applicativi a disposizione includono il modulo BitTorrent per la gestione in autonomia dei download da reti peer-to-peer, un sistema antivirus per il controllo automatico dei file residenti sul Nas e l’indicizzazione dei dati per la ricerca interna su Nas. Non mancano i server Dlna, Squeezebox e iTunes per la condivisione in rete dei
contenuti multimediali, il print server e un modulo MySql per la gestione di database e pagine Web dinamiche.

Sul fronte backup, la TeraStation supporta la copia diretta, il servizio Apple Time Machine e le configurazione in failover tra Nas multipli. È anche possibile sincronizzare lo storage locale con uno spazio cloud Amazon S3. In conclusione, la TeraStation 5200DS rappresenta una soluzione eccellente per le piccole e medie imprese che debbano installare un sistema di videosorveglianza articolato in pochi minuti e senza dover ricorrere a particolari esperienze tecniche.

 

 

Quanta Banda occupa una Telecamera, che Rete utilizzare

velocità telecameraCapire che tipo di telecamamera scegliere è importante in un sistema di sorveglianza, soprattutto se guardiamo alle caratteristiche legate alla velocità di trasmissione dei dati. Una telecamera infatti che ha bisogno di troppa “banda” potrebbe rallentare il sistema e renderlo inutilizzabile.

Per capire quale tipo scegliere dobbiamo innanzitutto porci questa domanda :”il sistema di sorveglianza viene interrogato internamente o esternamente?“. O meglio “ci colleghiamo via remoto dall’ esterno con Internet oppure utilizziamo una Lan ethernet in una rete privata?“.

Se si dispone di una rete aziendale interna con una Lan possiamo raggiungere anche i 100-1000 Mbps, quindi nessun problema di velocità anche con una classica Ethernet, se superiamo i 100 Mbps consigliamo delle connessioni Cat-6 per consentire una maggiore quantità di traffico nel sistema.
Se ci connettiamo in remoto ovviamente la velocità è bassa anche se utilizziamo Provider come Fastweb che garantiscono 10 Mbps. Ancora peggio se utilizziamo una connessione mobile 3G. Per capire a che velocità siamo connessi possiamo utilizzare il test di velocità su speedtest.

Quanta banda utilizza una telecamera.
Ovviamente maggiore è la risoluzione e gli fps (fotogrammi per secondo) più velocità è richiesta. Facciamo una veloce comparazione:
-telecamera alta risoluzioneHd 1080p/2mp 30 fps H.264 almeno 4 mbps ognuna
-telecmaera CiF/0.07mp 5 fps H.264 almeno 125 Kbps ognuna
-telecamera Hd 1080p/2mp 30 fps mJpeg almeno 12 mbps ognuna

Consideriamo un sistema di sorveglianza composto da 16 telecamere ad alta risoluzione, ognuna occupa 4Mps, 4×16 fa 64Mbps, una Lan interna da 100 Mbps potrebbe essere sufficiente, visto che rimangono anche 36 Mbps per i dati di computer, download ecc, connettersi invece da remoto via Internet ed avere una certa fluidità nelle immagini è pressochè impossibile.
Per velocizzare la rete ed è essere sicuri di non avere intoppi possiamo prendere in considerazione di creare due reti parallele utilizzando uno switch e alzare contemporaneamente un pochino la compressione delle immagini delle telecamere, in quest’ultimo caso ovviamente perderemo in qualità ma i codec di compressione sono molto migliorati negli ultimi tempi.
Può essere abbassato anche il frame rate per migliorare la velocità.Gli utenti di solito scelgono frame rate significativamente più bassi, spinti dal desiderio di ridurre al minimo lo stoccaggio dei dati.

Il modo più diretto per ridurre lo spazio occupato dai dati e la velocità richiesta è quello di utilizzare un minore flusso di bit rate per ciascuna fotocamera con frame rate più basso. Come la scena diventa più complessa la larghezza di banda aumenta in modo lineare. Proviamo ad utilizzare un bit rate variabile (VBR) rispetto ad uno costante CBR.

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