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Con l’aumento degli atti vandalici e dei furti, sempre più comuni italiani percepiscono la necessità di installare un sistema di videosorveglianza che possa proteggere i cittadini in modo efficace anche in assenza del personale di sicurezza.

Tuttavia anche in questo caso ci sono delle regole da rispettare: nel 2010 è entrato in vigore un nuovo decreto, che ha sostituito quello ormai vecchio del 2004, in cui l’Autorità Garante ha stilato una lista di norme per la protezione della privacy che devono essere rispettate non solo dai privati, ma anche dagli enti pubblici.

Innanzitutto, i comuni che sono intenzionati ad installare la videosorveglianza, sono obbligati ad affiggere degli appositi cartelli nei luoghi in cui sono presenti le telecamere collegate con la centrale di polizia più vicina o con una sala di controllo specifica.

I cartelli devono essere affissi anche nel caso in cui il sistema di videosorveglianza è attivo soltanto nelle ore notturne, quindi dalle otto di sera fino alle otto del mattino.

Inoltre, prima della messa in funzione del sistema, i comuni dovranno farlo verificare da un Garante attivo in quella zona. In questo modo potranno sapere se la videosorveglianza è conforme alle norme vigenti o se viola in qualche modo i diritti e le libertà fondamentali dei cittadini, come può accadere ad esempio nel caso dei sistemi di videosorveglianza intelligenti o che presentano una tecnologia più avanzata.

Per quanto riguarda invece la conservazione delle immagini registrate, ad eccezione delle attività rischiose o pericolose come violenze ai danni delle persone oppure di furti all’interno di strutture pubbliche sensibili come banche e ospedali per i quali è concessa una conservazione di sette giorni, non deve superare le ventiquattro ore.

Allo scadere di questo termine, i comuni dovranno provvedere sedutastante alla cancellazione delle immagini. Se invece decideranno di conservarle per utilizzi futuri, dovranno adottare tutte le precauzioni necessarie in materia di sicurezza e dovranno fare in modo che i filmati siano conservati in un luogo sicuro e non possano essere visionati dalle persone non autorizzate.

Se i comuni prevedono di installare il sistema di videosorveglianza negli edifici pubblici come scuole, ospedali e simili, in questo caso dovranno fare attenzione ad inquadrare solo le aree comuni, come le vie di passaggio e l’accesso, ma dovranno evitare che le telecamere riprendano anche dettagli che si trovano nelle vicinanze e che non siano rilevanti, come gli edifici, le strade di passaggio e gli esercizi commerciali.

Un’altra regola importante, che spesso viene dimenticata, riguarda la collaborazione tra i comuni e la polizia: se le telecamere sono collegate alle forze di polizia, anche in questo caso lo si dovrà specificare nel cartello di avviso per far sì che le persone ne siano informate.