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Videosorveglianza – Usare un televisore per la visione delle immagini

I componenti più importanti di un sistema di videosorveglianza sono tre: le telecamere, il DVR e il dispositivo che permette di visionare le immagini, registrate o in tempo reale. Questo dispositivo è solitamente un monitor molto simile a un normale schermo per computer o a un televisore, ovviamente sul mercato sono disponibili monitor specifici per la videosorveglianza, che ben si adattano alle telecamere e al registratore, ma non tutti sanno che anche un televisore può sostituirlo.

Il televisore può rimpiazzare un monitor per la videosorveglianza a patto che siano tv di ultima generazione, ossia modelli LCD e LED con risoluzioni elevate e capaci di supportare video in HD e di operare in modalità multi screen (visione contemporanea su schermo condiviso di immagini provenienti da più telecamere). Questi televisori, infatti, non hanno bisogno di particolari componenti per poter funzionare con un registratore e danno vantaggi, non solo economici.

Oltre al risparmio, un vantaggio è quello di poter visionare le immagini riprese su uno schermo più grande di quanto non lo sia un monitor per la videosorveglianza, che solitamente ha dimensioni che vanno dai 7’’ ai 14’’.

E’ bene fare una precisazione: se in ambito domestico usare un televisore può far risparmiare qualche soldo, non è così in ambito commerciale dove l’uso del televisore è soggetto al pagamento della SIAE che, se non pagata, può far incorrere in sanzioni che vanno dai 1.000 ai 3.000 euro.

DVR e funzione Full D1

Il videoregistratore DVR è uno dei dispositivi più importanti di un sistema di videosorveglianza con telecamere analogiche, rappresenta il cuore del sistema ed è l’apparecchio che registra e archivia le immagini riprese, inoltre funge da “filtro” tra le telecamere e il monitor.

La scelta del DVR è importante e deve essere fatta pensando all’integrazione con il resto del sistema inoltre, qualora sia necessario, deve supportare particolari funzioni come la Full D1.

Cosa è la funzione Full D1? Full D1 vuol dire che tutti i canali di un DVR, in fase di registrazione, hanno la risoluzione 704×576 pixel e che le immagini prodotte mantengono una buona risoluzione e sono prive di scatti. I DVR danno tutti la possibilità di registrare in risoluzione 704×576 pixel, ma senza funzione Full D1 si paga in termini di fluidità dell’immagine.

La Full D1 non è necessaria a tutti, ma lo è per coloro che hanno bisogno di un servizio di monitoraggio professionale – amministrazioni pubbliche, aziende private, ecc – non a caso i DVR con la funzione Full D1 non sono così diffusi sul mercato e mantengono ancora un prezzo alto.

Non ci sono altre grosse differenze tra un modello DVR con funzione Full D1 e uno senza, per questo motivo e dato il costo elevato, è bene acquistare un DVR normale a un prezzo più equo, piuttosto che spendere molto per una funzione non necessaria. Ovviamente l’acquisto va valutato caso per caso e studiato in base alla esigenze particolari.

Videosorvegliare gli ambienti esterni

La videosorveglianza può essere utilizzata per il controllo interno di un’abitazione, ma anche per quello esterno come un giardino, una strada o un intero quartiere, l’importante è avere una buona risoluzione che, nonostante gli agenti atmosferici e la scarsità di luce, possa garantire immagini nitide.

Per le riprese esterne ci si deve servire di kit di videosorveglianza per esterni, che si differenziano da quelli usati per l’interno essenzialmente per la particolare copertura delle telecamere e la tecnologia adoperata.

E’ bene ricordare che le telecamere esterne vanno protette con appositi sistemi hardware, spesso realizzati in alluminio, capaci di schermarle da una serie di fenomeni usuranti come il gelo, il freddo, l’umidità o gli attacchi da parte di animali, specialmente i volatili.

Solitamente, i kit di videosorveglianza per esterno usano tutti la tecnologia wi-fi, non solo perché sono più comodi e funzionali – i cavi esposti alle intemperie si danneggiano facilmente e sono scomodi a livello logistico quando le telecamere sono tante – ma soprattutto perché è previsto per legge.

La tecnologia adoperata dalle telecamere da esterno è quella dell’infrarosso; se all’interno la luminosità necessaria alle riprese è sempre assicurata dalla luce artificiale, all’esterno invece la luce non è sempre adeguata e la tecnologia infrarossi garantisce alla telecamera di funzionare anche in giornate buie, nuvolose o di notte.

La tecnologia infrarossi si attiva in maniera automatica quando la luce ambientale scarseggia, in questo modo si ottengono immagini di qualità e dettagliate, anche se prive di colori, che permettono un facile riconoscimento di volti e particolari. Con la luce, invece, le telecamere disattivano il filtro a infrarossi e tornano a riprendere a colori.

I kit di videosorveglianza per gli esterni sono più esposti a manomissioni e malfunzionamenti, ma è bene ricordare che sorvegliare strade, cortili, giardini con delle telecamere ha un ottimo potere deterrente per la propria abitazione e per quelle circostanti, quindi si tratta di un valido investimento!

Videosorvegliare gli ambienti domestici

La protezione attraverso un sistema d’allarme o di videosorveglianza è un’esigenza sempre più forte non solo negli ambienti di lavoro e nelle aziende produttive, ma anche nelle abitazioni. Grazie allo sviluppo tecnologico, oggi è possibile acquistare sistemi di videosorveglianza sicuri, facili da installare e con buon rapporto qualità-prezzo.

Se anni fa per installare un sistema di videosorveglianza era necessario chiamare tecnici specializzati, effettuare lavori per il passaggio dei cavi e spendere molto, oggi invece i kit di videosorveglianza permettono di fare tutto in autonomia, inoltre spesso spesso sistemi senza fili che facilitano l’installazione e non rovinano il decoro dell’abitazione.

I kit di videosorveglianza wi-fi sono indicati per gli ambienti domestici perché sono piccoli, compatti e facili da installare, anche nei punti di più difficile accesso; la sicurezza garantita è sempre alta, così come la qualità. I prezzi di questi kit, invece, sono particolarmente bassi soprattutto quando vengono acquistati sul web e su portali e-commerce specializzati che possono permettersi di offrire prezzi vantaggiosi annullando del tutto gli intermediari e i costi pubblicitari.

Attualmente i dispositivi più venduti risultano essere le telecamere IP: telecamere di rete che si servono della tecnologia digitale per realizzare immagini con una buona risoluzione, visualizzabili in tempo reale su video schermi, tablet, computer, ecc. Grazie a questa tecnologia è possibile sorvegliare la propria abitazione 24 ore al giorno, anche da chilometri di distanza, ma affinché funzionino in maniera corretta, le telecamere IP hanno bisogno di una connessione a internet sempre attiva, veloce e affidabile.

Anche la configurazione del software è importante ai fini del funzionamento, il software, infatti, è il componente grazie al quale si gestiscono le telecamere e tutti i componenti hardware del sistema.

Videosorveglianza IP – Perché è utile?

La videosorveglianza IP raggruppa tutti quei sistemi di sicurezza che permettono agli utenti di monitorare un’area e registrare i video ottenuti su appositi DVR, su rete LAN o su internet. Per realizzare un simile impianto sono necessari un set di telecamere, un software, una connessione a internet con un router e un computer.

Un impianto di videosorveglianza IP ha molti vantaggi rispetto alla telesorveglianza analogica: le telecamere IP sono più flessibili, in quanto possono essere montate e smontate con facilità data l’assenza di cavi, e hanno una risoluzione maggiore.

Realizzare un sistema di videosorveglianza IP vuol dire realizzare un sistema flessibile con l’ausilio di un solo cavo, mentre nei sistemi analogici i cavi necessari sono tanti, da quello dedicato all’alimentazione a quello per la trasmissione dei dati, che rendono un eventuale spostamento dei dispositivi quasi impossibile.

Le telecamere IP, invece, possono essere del tipo wireless o POE – Power over Ethernet – entrambe flessibili e funzionali. Solitamente, una rete wireless ha telecamere in cui l’alimentazione elettrica, i video e la connessione a internet “viaggiano” senza l’ausilio di nessun cavo, è necessario però che il sistema sia installato da professionisti che ne sappiano ridurre al minimo le problematiche, mentre le telecamere POE si servono di un cavo ethernet per connettersi alla rete internet.

I vantaggi di questo sistema di videosorveglianza non si esauriscono con quanto detto sopra, ad esempio, il controllo da remoto delle immagini o la gestione del sistema tramite internet agevolano chi è spesso fuori casa.

Il cavo coassiale: caratteristiche e materiali

Un ruolo fondamentale nei sistemi di videosorveglianza  lo riveste il cavo coassiale, ossia quel cavo che funge da collegamento tra la telecamera e il videoregistratore DVR e responsabile del trasporto delle immagini dall’una all’altra. Il cavo coassiale è un elemento detto “passivo”, perché a seconda della sua lunghezza e della frequenza di esercizio, può verificarsi un’attenuazione del segnale.

I cavi coassiali di buona qualità hanno un’attenuazione contenuta e proteggono il segnale da eventuali interferenze esterne e sollecitazioni meccaniche; un buon cavo resiste bene agli agenti atmosferici, pioggia, umidità, caldo eccessivo possono rovinare il cavo e comprometterne le funzionalità, ma se realizzato con buoni materiali il pericolo è scongiurato.

Tornando all’attenuazione va spiegato che con questo termine si indica la diminuzione in ampiezza e la distorsione del segnale durante il percorso che porta le immagini dalla videocamera al DVR; l’attenuazione è legata innanzitutto alla qualità del cavo e alla sua capacità di trattenere la perdita resistiva dei conduttori e poi alla perdita nel dielettrico, ossia uno degli strati isolanti che compongono il cavo.

Un cavo coassiale è composto da più strati: il primo è una guaina protettiva esterna, poi si passa alla treccia, al nastro, al dielettrico, fino ad arrivare al conduttore interno, quello su cui “viaggia” il segnale – dal diametro del conduttore interno dipende l’attenuazione: maggiore è il diametro, minore è l’attenuazione.
Ma analizziamo anche la composizione degli altri strati: dopo il conduttore interno si trova il dielettrico, materiale isolante costituito da politene compatto capace di attenuare le perdite elettriche e meccaniche, poi c’è il nastro che, quando presente, aumenta la qualità del cavo coassiale e le sue prestazioni schermando il conduttore dai campi elettromagnetici e isolando l’ambiente esterno dalle emissione elettromagnetiche prodotte dal conduttore interno. Infine ci sono la treccia, che può essere più o meno spessa, e la guaina che protegge tutti gli strati finora menzionati.

Videosorveglianza e privacy, come comportarsi?

Anche se l’argomento è controverso, la videosorveglianza nei Comuni, oggi, è realtà: utilizzate per contrastare la microcriminalità e gli atti vandalici o per sorvegliare zone sensibili del territorio, le telecamere svolgono un’ottima funzione deterrente e di protezione, ma nonostante questo non si può sottovalutare il problema della privacy. Le amministrazioni comunali, infatti, sono tenute a rispettare alcune regole nella pianificazione e nell’uso della videosorveglianza sul territorio cittadino.

La definizione di queste regole è compito del garante della privacy che, nel 2004 e poi con un aggiornamento nel 2010, si è occupato di trovare un equilibrio fra ha le necessità di sicurezza dei Comuni e quelle di privacy dei cittadini. Sono tenuti a rispettare tali regole anche gli stadi, gli ospedali, le caserme e persino i condomini.

Ma quali sono le principali regole da rispettare? La prima e la più importante riguarda l’informativa, con questo s’intende che ogni cittadino deve essere informato in maniera opportuna sulla presenza di sistemi di videosorveglianza nelle aree pubbliche. Le amministrazioni comunali devono segnalare la presenza di telecamere con appositi cartelli in cui è specificata la fascia oraria di attività, l’eventuale collegamento del sistema con le forze dell’Ordine e così via.

Anche i vigili urbani e le Forze dell’Ordine possono utilizzare sistemi di videosorveglianza per il controllo del traffico ed eventuali infrazioni del codice della strada, ma devono riprendere solo le targhe dei veicoli e non possono tenere in archivio, ne utilizzare, le immagini che ritraggono conducente e passeggeri.

Negli ultimi anni anche le isole ecologiche possono essere sottoposte a videosorveglianza e, in questo caso come tutti quelli citati sopra, le immagini non possono essere conservate per più di 24 ore, ad esclusione dei weekend; solo il garante per la privacy può autorizzare alla conservazione dei video oltre il limite delle 24 ore.

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