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Videosorveglianza, internet e hacker

La videosorveglianza online è sicura? Per molti la videosorveglianza in internet rappresenta il futuro, per altri invece solo un rischio, per via degli hacker che ne comprometterebbero la sicurezza.

Non è possibile negare che gli attacchi sono una realtà, in molti ricorderanno l’intrusione sul sistema del Pentagono da parte di un abile hacker, ma per correttezza è bene ricordare che l’hackeraggio di un sistema informatico o di videosorveglianza non è così semplice e può essere fatto solo da persone in possesso di conoscenze e tecnologie adatte.

Anche se la videosorveglianza non potrà mai essere sicura al 100%, è opportuno sapere che esistono tanti dispositivi capaci di elevare la sicurezza di un sistema, uno di questi è il DVR: un videoregistratore di ultima generazione garantisce la creazione di una rete con un protezione più alta. Altro piccolo consiglio è quello di non usare mai la porta 80 – una porta di collegamento normalemente usata per l’accesso a internet – cambiarla renderà molto più complicata la vita a chiunque voglia introdursi nel vostro sistema, anche sostituire con frequenza la password d’accesso è un’ottima mossa, ricordando di usare sempre numeri e lettere in maniera combinata.

Con questi piccoli accorgimenti si riesce a rendere l’hackeraggio un’operazione lunga e complicata e a scoraggiare i malintenzionati.

Nonostante tutto una videosorveglianza che sfrutta internet è un sistema molto valido per proteggere un’abitazione o una proprietà, oltre che comodo se si pensa che oggi le immagini possono essere controllate da remoto, accedendo al sistema da uno smartphone o da un tablet.

Telecamere termiche – Usi e utilità

Il mondo della videosorveglianza non è così semplice come può sembrare, soprattutto perché una cattiva valutazione in fase di progettazione può comportare problematiche che impediscono alle telecamere di funzionare bene. Per fortuna in commercio esistono prodotti per le più svariate esigenze che permettono di superare anche i casi limite, rendendo sempre possibile il monitoraggio e la videosorveglianza.

Ad esempio, in caso di buio e scarsa visibilità, si possono adoperare telecamere termiche: ogni corpo e/o oggetto emette energia e calore catturabili dalle telecamere termiche che, a loro volta, attraverso software e processori elaborano i dati e le inviano al DVR o al monitor di sorveglianza.

Grazie alle telecamere termiche si possono videosorvegliare anche luoghi privi di fonti di luce o con condizioni atmosferiche estreme, come quelli con nebbia fitta; in questi casi le telecamere fungono da filtro prima di inviare le immagini ad altri dispositivi come monitor e videoregistratori.

Le immagini riprese da questo tipo di telecamere assumono diverse scale di colore, ad esempio i corpi in movimento prendono il colore rosso. La tecnologia di questi dispositivi è particolarmente avanzata e il loro prezzo non è basso, ma in questi casi la videosorveglianza raggiunge livelli altissimi di efficienza – le telecamere termiche sono in grado di “vedere” attraverso i muri, mentre nessun altro dispositivo è in grado di farlo.
Queste telecamere sono indicate soprattutto per le esigenze professionali per via del costo e per la necessità di essere affiancate da un videoregistratore per l’invio delle immagini verso il monitor e per la loro archiviazione.

Discariche abusive – La videosorveglianza come prevenzione

Ad oggi, uno dei più grandi problemi della amministrazioni comunali si chiama “immondizia”. Vuoi per mancanza di senso civico, vuoi per cattiva gestione dei rifiuti, molti Comuni italiani vivono situazioni di emergenza con strade intasate dai rifiuti, cattivi odori e gravi rischi per la salute. In parallelo a tutto questo c’è il fenomeno delle discariche abusive, che invece nascono da un reale senso di inciviltà: strade abbandonate o poco trafficate diventano vere e proprie discariche a cielo aperto per materiale più o meno ingombrante.

Per ovviare a questa situazione, molte amministrazioni comunali hanno deciso di intraprendere la strada della videosorveglianza: fuori dalle discariche comunali e lungo particolari strade vengono installate telecamere con lo scopo di vigilare e monitorare sull’abbandono non consentito di rifiuti. La speranza è che la videosorveglianza abbia una funzione deterrente e che riesca a scoraggiare l’abbandono dei rifiuti anche per via delle alte sanzioni a cui si andrebbe incontro.

I risultati dell’adozione della videosorveglianza sono buoni e molte amministrazioni affermano che sia riuscita a diminuire il numero di discariche abusive, ma è bene ricordare a quei Comuni che ne volessero fare uso, che le telecamere devono essere sempre accompagnate da appositi cartelli che segnalano la presenza di telecamere e che le registrazioni non possono essere tenute in archivio per più di 24 ore, come previsto dalle normative sulla privacy attualmente vigenti.

Telecamere, distanze e ripresa dei dettagli

Le telecamere di videosorveglianza sono molto simili all’occhio umano se si esclude il fatto che a sua differenza sono elettroniche e proprio come un occhio, le telecamere hanno limiti oltre i quali non possono andare oppure sono limitate nell’inquadrare particolari dettagli.

Nella progettazione di un sistema di videosorveglianza è bene tenere a mente alcuni parametri, come quello della distanza, fondamentale se non si vuole rendere del tutto inutile il dispositivo.  

Ecco alcuni numeri! La gran parte delle telecamere presenti in commercio possono riprendere fino a una distanza di 50 metri, ma nella misurazione della distanza è importante tener conto della capacità dell’apparecchio di distinguere il volto di una persona. Ciò significa che se, aumentando l’ingrandimento, l’immagine di un volto è sgranata, allora la distanza è eccessiva e va ricalibrata.

Dopo i 10 metri di distanza solo le telecamere con risoluzione alta e con zoom ottici potenti assicurano delle immagini non troppo sgranate, in ogni caso è bene considerare che in un sistema di videosorveglianza domestico riconoscere un volto da una lunga distanza può non essere così importante e che se le telecamere sono poste a controllo di un bene prezioso, per forza di cose i malviventi sono costretti ad avvicinarsi e rendersi riconoscibili.
Ricapitolando, la distanza a cui porre una telecamera per la videosorveglianza è molto rilevante negli ambienti professionali, lo è meno in quelli domestici, detto questo è bene sapere che ci sono dispositivi professionali come le Megapixel, le HDTV e le Speed Dome che sono altamente performanti, anche se necessitano di persone che le manovrino per cogliere i dettagli.

DVR e funzione Motion Detector

I DVR – Digital Video Recorder – sono registratori molti simili ai registratori VHS che fino a qualche tempo fa si trovavano in tutte le case; la differenza sta nel fatto che i DVR sono moderni apparecchi capaci di filtrare le immagini che provengono dalle telecamere a cui sono collegati e archiviarle nell’hard disk presente al loro interno.

I DVR funzionano grazie a software che facilitano il lavoro di monitoraggio e implementano i sistemi di videosorveglianza. Tra le funzioni più apprezzate di questi apparecchi c’è la Motion Detector, grazie alla quale si può registrare ciò che è più interessante ed escludere le immagini superflue.

La funzione Motion è impostabile direttamente dal DVR usando gli appositi parametri di configurazione, attraverso i quali si ordina all’apparecchio di registrare solo in presenza di movimento. I vantaggi di questa funzione sono due: riduzione dello spazio impiegato sull’hard disk e riduzione del tempo necessario alla visualizzazione delle immagini registrate.

Dato che i moderni hard disk sono capaci di memorizzare un gran numero di dati – fino a 30 giorni consecutivi di registrazione senza interruzione – appare chiaro come il vantaggio reale legato alla funzione Motion Detector di una telecamera sta proprio nella visualizzazione da parte dell’utente delle immagini interessanti: il risparmio di tempo è notevole e non si riuscirebbe ad ottenere neanche scorrendo le immagini in maniera accelerata.
Oltre alla cattura delle immagini in movimento, sui moderni DVR è possibile specificare quali sono le zone nelle quali rilevare i movimenti e regolare la sensibilità della funzione Motion, utile soprattutto in presenza di animali domestici (la regolazione può essere fatta su ogni singola telecamera).

Le custodie per telecamere da esterno

Le telecamere per videosorveglianza possono essere installate in ambienti comuni come le stanze di un’abitazione, gli uffici o i negozi, ma anche in luoghi particolari come quelli esterni, la cui principale caratteristica è di essere esposti agli agenti atmosferici o a picchi di temperatura verso l’alto o verso il basso, a seconda della stagione. Non è tutto, bisogna tenere a mente che all’esterno le telecamere sono più soggette a vibrazioni, manomissioni e attacchi.

Per fortuna tutto questo è ben noto ai produttori del settore che hanno studiato metodi e accessori capaci di far fronte a queste situazioni in modo pratico e sicuro.

Una prima soluzione, la più immediata, consiste nell’inserire le telecamere in apposite custodie progettate per fungere da “corazza”, in questo modo si evita che i dispositivi vengano a contatto con elementi che ne possano inficiare le prestazioni. Le custodie sono solitamente realizzate in plastica o metallo e sono disponibili in varie dimensioni e con caratteristiche differenti, in modo da far fronte anche alle esigenze più particolari.

Si possono distinguere due principali tipologie di custodie: quelle per le telecamere fisse e quelle per le telecamere a cupola.

Ma quali sono i fattori da considerare prima di acquistare una custodia a protezione di una telecamera? Innanzitutto va valutata la presenza o meno delle staffe di montaggio, poi il livello di resistenza alle manomissioni, la gestione dei cavi e il tipo di alimentazione. Se le telecamere sono fisse, bisogna considerare la presenza di un’apertura laterale o scorrevole che permetta di maneggiare il dispositivo, mentre se sono a cupola è bene valutare il colore della copertura, che può essere trasparente o sfumato.

Le telecamere wireless, invece, facendo uso di antenne per collegarsi al corpo centrale del sistema di videosorveglianza, hanno bisogno di custodie che prevedano la presenza di apposite fessure attraverso le quali far passare le antenne. Le fessure sono indispensabili nelle custodie metalliche, mentre non lo sono in quelle di plastica, nelle quali il segnale wi-fi riesce ad attraversarle senza problemi.

Prevenire gli incendi con la videosorveglianza

L’Italia è una nazione disseminata di boschi e quindi ad alto rischio incendi, purtroppo ogni anno se ne registrano tanti, che fanno perdere al nostro Paese gran parte del suo patrimonio naturale. La principale causa degli incendi è l’incuria delle persone che lasciano nei boschi mozziconi di sigaretta o vetri, mentre molto meno frequenti sono le cause naturali.

Eventi simili sono difficili da gestire e creano non pochi disagi, soprattutto in estate quando le temperature sono già elevate e l’emergenza idrica è in agguato.

Una risposta concreta agli incendi è data dalla videosorveglianza e da altre tecnologie di supporto. In questi casi il controllo viene effettuato su due livelli differenti: uno riguarda l’effetto deterrente delle telecamere, l’altro il controllo sui possibili focolai di incendio e l’intervento tempestivo in caso di emergenza (evitare il propagarsi di roghi difficili da domare).

Ma come funziona la videosorveglianza nei boschi? Solitamente, nelle aree boschive, sono usate termocamere radiometriche ad infrarosso in aggiunta a telecamere magapixel capaci di zoomare e tenere sotto controllo vaste aree. Le telecamere devono essere della tipologia mobile, in modo da garantire un angolo di copertura più esteso perché manovrabili da remoto. Importante anche la potenza dello zoom, l’unico capace di catturare i dettagli anche da distanze elevate.

In questo modo si realizza una scansione completa dell’area sottoposta a videosorveglianza e si possono anche misurare le temperature e rilevare ogni tipo di condizione ritenuta sospetta al fine di intervenire tempestivamente, prima che si sviluppino roghi indomabili.
Di certo l’uso di tali tecnologie porterà a una riduzione notevole degli incendi, soprattutto per via del valore deterrente delle telecamere, si ricorda infatti che le zone sottoposte a videosorveglianza devono essere segnalate e dotate di apposita segnaletica, il che dovrebbe ridurre di molto le cattive abitudini di chi frequenta boschi, parchi e zone pic-nic.

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