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I software per controllare le telecamere videosorveglianza, qualche consiglio

softwarecontrollotelecamereI software di gestione, controllo e monitoraggio delle telecamere di videosorveglianza rappresentano il cuore del nostro sistema di protezione. Da lì parte tutto, visto che è da lì che abbiamo la visione d’insieme della situazione.

Se dobbiamo tenere sotto controllo il perimetro di un edificio o eventuali zone e stanze indoor abbiamo bisogno di un sistema che gestisca tutte le nostre videocamere di sorveglianza, per questo è importante avere il prodotto giusto con le caratteristiche utili per le nostre esigenze.

Al giorno d’oggi sul mercato si trovano software di controllo-gestione per le telecamere di videosorveglianza molto sofisticati, disponibili per pc, notebook, ma anche Tablet e smartphone, uno di questi, ISPY Connect, è anche gratuito. Tutti permettono la visione d’insieme, con lo schermo diviso in tante parti quante sono le telecamere in quel momento attive. Questo è il primo punto, la necessità di avere un quadro di controllo completo, ogni software ha poi i suoi punti di forza.

Una delle principali caratteristiche che alcuni software di controllo videocamere possiedono è la possibilità di accedere alla diretta streaming da Internet tramite protocollo IP. Non ci sarà bisogno quindi della nostra presenza fisica nel posto da sorvegliare. Tramite password si può quindi visualizzare il video inviato dalle telecamere con il proprio pc, notebook, ipod o ipad da remoto via web.
I software più evoluti poi hanno un sistema anti manomissione. Nel caso in cui un malintenzionato abbia la volontà di manomettere o oscurare una telecamera il sistema di controllo manderà un allarme, anche via telefono. Il gestore è tarato sulla “sfocatura” della telecamera; se la stessa non riesce a mettere a fuoco scatta il segnale di manomissione.

Quasi tutti i software di gestione telecamere hanno la possibilità della registrazione, compressione Mjpeg ad esempio per salvare spazio e banda, zoom automatico, possibilità di seguire un obiettivo tramite telecamera, backup automatico dei video, chiamata via telefono o sms in caso di allarme, ma non solo. Alcuni software permettono anche un intervento sui dispositivi e circuiti remoti quali accensione-spengimento luci, apertura cancelli ecc.
Tutti i programmi lo prevedono, verificate però che se le telecamere lavorassero in modalità wireless il segnale sia criptato in WPA.

Prezzi di un software per controllo telecamere videosorveglianza.
Di solito il costo è influenzato dalla quantità (canali) di telecamere da gestire ( 4, 8, 12, 16, 25, 32,36 o 64 e più canali). Un indicazione di massima è di circa 250 euro per 4 telecamere e di 800-900 euro per 16 telecamere, variazioni di prezzo in ogni caso a seconda del prodotto scelto e delle sue caratteristiche.

Telecamere di videosorveglianza sul lavoro, quando si possono installare

L’installazione delle telecamere di sorveglianza sul posto del lavoro rappresenta un tema molto delicato. Da una parte ci sono le necessità del datore di lavoro che vuole salvaguardare le sue proprietà (ad esempio furti da parte dei dipendenti), dall’ altra la tutela della privacy da parte del lavoratore.

Lo statuto dei lavoratori nell’ articolo 4 parla chiaro:”E’ vietato l’uso di impianti audiovisivi e di altre apparecchiature per finalità di controllo a distanza dell’attività dei lavoratori“, anche se poi specifica:”…gli impianti e le apparecchiature di controllo che siano richiesti da esigenze organizzative e produttive ovvero dalla sicurezza del lavoro…possono essere installati soltanto previo accordo con le rappresentanze sindacali aziendali, oppure, in mancanza di queste, con la commissione interna. In difetto di accordo, su istanza del datore di lavoro, provvede l’Ispettorato del lavoro...”.

Quindi si possono installare delle videocamere di videosorveglianza sui posti di lavoro, ma bisogna prima sottoscrivere degli accordi con i sindacati, in mancanza di questi si deve essere autorizzati da parte della Direzione Provinciale del lavoro – Servizio Ispezione del lavoro (l’ex Ispettorato del lavoro).

Anche la sentenza numero 20722/2010 della Cassazione segna un punto in più a favore dei datori di lavoro : “quando lo scopo della videoripresa è la salvaguardia del patrimonio aziendale non si è soggetti alle regole dello Statuto dei lavoratori e lo stesso può essere realizzato senza accordo sindacale e senza autorizzazione amministrativa“.

In ogni caso per poter, però, ottenere l’autorizzazione, il datore di lavoro dovrà poter dimostrare, innanzitutto, che la richiesta di installazione del suddetto impianto di videosorveglianza, nei locali aziendali, trova fondamento nelle esigenze di predisporre misure di prevenzione di eventuali azioni criminose a tutela esclusiva del patrimonio aziendale, e non, invece, in una «volontà di controllo dei lavoratori», escludendo, pertanto, dall’installazione dei sistemi audiovisivi i locali adibiti ad uffici amministrativi, le postazioni di lavoro dei dipendenti, gli apparati di «marcatempo» e, comunque, di rilevamento delle presenze, le «zona relax» dei lavoratori oppure i locali ad uso esclusivo dei prestatori di lavoro (bagni, spogliatoi, ecc.), vedi privacy telecamere sorveglianza.

Telecamere videosorveglianza e privacy, come comportarsi

Si sente sempre piu’ spesso parlare di privacy. Nelle fotografie pubblicate sui giornali, nelle intercettazioni, nella gestione dei nostri dati personali a fini commerciali e via dicendo. Parlando di telecamere di video sorveglianza ovviamente il nostro diritto alla sicurezza si scontra con il diritto altrui alla propria privacy. Cosa è lecito fare? Cosa si può e non si può riprendere nei nostri sistemi di sicurezza che utilizzano la video sorveglianza?

A queste domande risponde il garante della privacy che ha stilato documenti molto dettagliati che delle volte però hanno bisogno di un’interpretazione dei giudici, è il caso del datore di lavoro che videosorveglia i propri dipendenti per evitare furto di materiale aziendale.

Partiamo innanzitutto rifacendoci ai principi generali. Nei sistemi con telecamere di videosorveglianza occorre rispettare il:

-Principio di liceità: non è lecito riprendere con la telecamera tutto. Non si può interferire nella vita privata di nessuno, si deve tutelare la dignità dell’individuo in spazi come toilette, stanze d’albergo, cabine, spogliatoi, ecc. Vietato installare telecamere di sicurezza in questi posti.

-Principio di necessità: va escluso ogni uso superfluo ed evitati eccessi e ridondanze” ovvero c’è bisogno della “necessità”, nel nostro caso è facile, la sorveglianza di un bene privato.

-Principio di proporzionalità:va evitata la rilevazione di dati in aree o attività che non sono soggette a concreti pericoli, o per le quali non ricorre un’effettiva esigenza di deterrenza, come quando, ad esempio, le telecamere vengono installate solo per meri fini di apparenza o di “prestigio”. Gli impianti di videosorveglianza possono essere attivati solo quando altre misure siano ponderatamente valutate insufficienti o inattuabili.
Sempre il garante si esprime così:”Il principio di proporzionalità consente, ovviamente, margini di libertà nella valutazione da parte del titolare del trattamento, ma non comporta scelte del tutto discrezionali e insindacabili”.
Attenzione in questo caso all’ installazione di webcam in luoghi turistici che rimandano le immagini su Internet, la privacy in questo caso potrebbe essere messa in pericolo.

-Principio di finalità :Gli scopi perseguiti devono essere determinati, espliciti e legittimi. Ciò comporta che il titolare possa perseguire solo finalità di sua pertinenza.
Si è invece constatato che taluni soggetti pubblici e privati si propongono abusivamente, quale scopo della videosorveglianza, finalità di sicurezza pubblica, prevenzione o accertamento dei reati che invece competono solo ad organi giudiziari o di polizia giudiziaria oppure a forze armate o di polizia.
Sono invece diversi i casi in cui i sistemi di videosorveglianza sono in realtà introdotti come misura complementare volta a migliorare la sicurezza all’interno o all’esterno di edifici o impianti ove si svolgono attività produttive, industriali, commerciali o di servizi, o che hanno lo scopo di agevolare l’eventuale esercizio, in sede di giudizio civile o penale, del diritto di difesa del titolare del trattamento o di terzi sulla base di immagini utili in caso di fatti illeciti
“.
Quindi in sede di giudizio in questo caso si possono portare anche le prove filmate del reato commesso ad esempio nella violazione della proprietà.

In ogni caso: “Gli interessati devono essere informati che stanno per accedere o che si trovano in una zona videosorvegliata“.

Quanto si possono tenere i dati delle videoregistrazioni effettuate con le telecamere di sicurezza?
…l’eventuale conservazione temporanea dei dati deve essere commisurata al grado di indispensabilità e per il solo tempo necessario – e predeterminato – a raggiungere la finalità perseguita. La conservazione deve essere limitata a poche ore o, al massimo, alle ventiquattro ore successive alla rilevazione, fatte salve speciali esigenze di ulteriore conservazione in relazione a festività o chiusura di uffici o esercizi“.

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